Pensieri di un cittadino qualunque...

sabato, agosto 12, 2006

Meglio naturale o artificiale?

Leggendo una riflessione di Paulo Coelho contenuta nel libro "Sono come il fiume che scorre", noto con piacere come lo scrittore brasiliano si ponga dei problemi sulla semplice azione dell'estirpare erbacce dal suo giardino. Coelho, infatti, si chiede con quale diritto gli uomini si permettano di modellare la natura per i propri vizi. Perché togliere le erbacce dal giardino quando la natura, grazie alle sue "leggi", ha fatto in modo che vi crescessero? L'erba indesiderata è pur sempre un organismo vivente, allora perché ucciderla? Allo stesso modo però è anche vero che un giardino non curato è brutto da vedere e d'altronde, chi l'ha creato, cioè un uomo, fa sempre parte della natura. Lo scrittore conclude il saggio estirpando erba e razionalità. Egli cita un "leggendario testo indiano", il "Bhagavad Gita", facendo riferimento ad un dialogo tra un combattente e il Dio Krishna. Nell’aneddoto la divinità afferma: "Credi davvero di poter ammazzare qualcuno? La tua mano è la mia mano. Ogni tua azione è scritta prima che sia compiuta. Nessuno uccide e nessuno muore". Con questa citazione lo scrittore prosegue il suo lavoro di giardiniere-estirpatore di erba con la coscienza "pulita".
Il problema di Coelho, visto più in generale, è capire dove finisce il "naturale" e dove comincia l'"artificiale". Le azioni dell'uomo si possono definire naturali? L'uomo fa parte della natura o bisogna considerarlo "artificiale"? O è artificiale solo quello che produce? Queste domande me le sono poste fin da bambino, ma ho avuto una risposta concreta e razionale solo quando ho letto "Il gene egoista", di Richard Dawkins e di conseguenza "La macchina dei memi" di Susan Blackmore (rimando la spiegazione del concetto di "meme" e "gene" secondo la teoria di R. Dawkins al prossimo post). Leggendo entrambi i saggi, sono giunto alla conclusione logica che è bene considerare "naturale" tutto ciò che muta per mezzo della spinta evolutiva dei geni. Al contrario definisco "artificiale" tutto quello che evolve sotto la spinta dei memi. Oggigiorno l'artificiale ed il naturale collaborano e si minacciano secondo le circostanze.
Concludendo potrei azzardare dicendo: ciò che è "naturale" è "genetico", mentre ciò che è "artificiale" è memetico.

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"E' l'uomo che possiede la mente o è la mente che possiede l'uomo?"
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